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FOGLIO SETTIMANALE 23/10 - 30/10

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XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - DOMENICA 23 OTTOBRE 2022

«CHI SI UMILIA SARÀ ESALTATO»

Che cosa accadde a quel pubblicano che pregava in fondo al tempio, “all’ultimo banco”? Il Vangelo dice che, a differenza del fariseo, «tornò a casa sua giustificato». Letteralmente: «Discese nella sua casa...». Discese cioè nel suo cuore, perché stare davanti a Dio nella verità, senza maschere, è come tornare “a casa”. «L’uomo vale tanto quanto è davanti a Dio e non di più» (san Francesco d’Assisi). Ecco perché questo “peccatore” ci insegna l’atteggiamento del vero orante, l’umiltà. Ci ricorda che siamo “terra”, ma una terra benedetta, sposata dal Cielo, bagnata dalla rugiada dello Spirito. Solo chi rimane a contatto con la propria terra, solo il “povero” fa esperienza dell’amore gratuito di Dio che lo solleva e gli rende giustizia (I Lettura). Anche l’apostolo Paolo, in mezzo a prove e sofferenze, può sentire la benevola presenza di Dio nella sua vita. Quanti missionari e poveri nel mondo possono testimoniare come lui: «Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza» (II Lettura).

Dio non gradisce la preghiera dell’orgoglioso e di chi si crede giusto. Ascolta, invece, la preghiera e il grido che sale dal cuore di chi soffre nell’anima e nel corpo, e si riconosce peccatore. Avviciniamoci sempre a Dio con profonda umiltà e con piena fiducia.

Oggi ricorre la 96a Giornata missionaria.

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La Domenica

PAVIA - LUNEDI’ 31 OTTOBRE 2022 : VEGLIA DI PREGHIERA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DEI SANTI alle ore 20,30 S. MESSA, ADORAZIONE EUCARISTICA E LITANIE DEI SANTI                   

FOGLIO SETTIMANALE 16/10 - 23/10

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XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO  - DOMENICA 16 OTTOBRE 2022

DIO ASCOLTA IL "GRIDO" DEI SUOI ELETTI

 Ci sono momenti in cui preghiamo quasi " per istinto".  Scopriamo allora che la preghiera ci è "necessaria" come l'aria che respiriamo. C'è una preghiera che nasce dall'esperienza umana dell'importanza e si lancia verso Dio con la forza di un " grido": è il grido della fede, come quello della vedova che non avendo mezzi propri per ottenere giustizia si rivolge con insistenza al solo che può ottenergliela (Vangelo). Le mani alzate di Mosè esprimono proprio l'affidamento fiducioso di quanti, nella debolezza e nella fatica, sanno di non poter contare sulle proprie forze e si appoggiano alla pietra che è Cristo ( I Lettura). Costoro cantano con il salmista: " IL mio aiuto viene dal Signore". Siamo piccoli e fragili in mezzo a grandi prove nella vita, dove ci sostiene la sola forza del credere (II Lettura). La fede a cui Gesù ci invita è una fiducia sconfinata in Dio che ascolta il grido dei suoi eletti , perché di loro si prende cura. 

La parabola del giudice iniquo e della vedova insistente è un invito a non stancarci mai di pregare con fiducia Dio, Padre buono e fedele. La nostra vita sia una continua preghiera e la preghiera sia il cuore della nostra vita.

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FOGLIO SETTIMANALE 09/10 - 16/10

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XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - DOMENICA 9 OTTOBRE 2022

«ÀLZATI E VA’: LA TUA FEDE TI HA SALVATO! »

Basta il miracolo per essere “salvati”? No. È indispensabile la fede. Il Vangelo ci dice che, su dieci lebbrosi «purificati», uno soltanto, «vedendosi guarito», sente il bisogno di lodare «Dio a gran voce» e di prostrarsi ai piedi di Gesù «per ringraziarlo». Gesù si rammarica molto, perché a lui solo può offrire la consolante certezza: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Per la fede in «Cristo, risorto dai morti», l’apostolo Paolo (II Lettura) soffre «fino a portare le catene come un malfattore» e sopporta ogni cosa, perché i cristiani «raggiungano la salvezza». La fede ci dà la certezza che, se rimaniamo uniti a Cristo, la nostra vita non fallirà. Anche Naamàn, uomo pagano (I Lettura), guarito dalla lebbra dopo essersi bagnato nel fiume Giordano per la parola del profeta Eliseo, riconosce che ormai non potrà onorare nessun altro dio, se non il Signore. La nostra fede si basa sul miracolo più grande compiuto da Gesù: la sua risurrezione! Non cercarne altri. Se proprio desideri “vedere un miracolo”, contempla le meraviglie del tuo corpo. Nonostante problemi e difficoltà, non è forse un miracolo quotidiano? E già questo potrebbe bastare per lodare e ringraziare Dio!

Dio non ha bisogno di nulla, ma gradisce la riconoscenza degli uomini per i suoi doni. Gesù oggi ci avverte: può succedere che un lontano, uno straniero sia più sensibile e attento nel cogliere i doni di Dio e nel ringraziare. Non diamo mai per scontato ciò che riceviamo da Dio.

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FOGLIO SETTIMANALE 02/10 - 09/10

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XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - DOMENICA 2 OTTOBRE 2022

SIGNORE, «ACCRESCI IN NOI LA FEDE!»

Semplice e bella è la richiesta degli apostoli al Signore: «Accresci in noi la fede». Sconvolgente e paradossale è la risposta di Gesù: un invito a osare l’impossibile. La vera fede, anche piccola «quanto un granello di senape», potrebbe sovvertire le leggi della natura... E deve sovvertire la mentalità all’interno della comunità ecclesiale. Coloro che prestano servizio nella Chiesa, devono compierlo senza aspettarsi gratitudine umana o vantaggi personali. Anzi, quando hanno fatto tutto il loro dovere fino in fondo, devono considerarsi semplicemente «servi inutili». La fede (I Lettura) sostiene la vita del giusto anche nei momenti di tribolazioni e di crisi. L’Apostolo (II Lettura) raccomanda ai ministri consacrati di ravvivare e custodire «mediante lo Spirito Santo... il bene prezioso» che è stato loro affidato. Questo “bene prezioso”, la fede, è stato affidato anche a noi con il Battesimo e deve animare il nostro servizio nella Chiesa, senza attendere alcuna ricompensa terrena. Il vescovo don Tonino Bello amava ripetere che è una gioia lavorare con impegno nella casa del Signore come «servi inutili... a tempo pieno!». Fare tutto per amore di Gesù!

Giustamente gli apostoli chiedono al Signore: «Accresci in noi la fede!». Questa, infatti, non è una virtù acquisita una volta per tutte, ma va desiderata, chiesta, coltivata ogni giorno. Piccola e traballante, la fede è sempre luce sufficiente per procedere nel cammino incontro al Dio che viene.

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