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FOGLIO SETTIMANALE 31/07 - 07/08

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XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - DOMENICA 31 LUGLIO 2022

CERCATE LE COSE DI LASSU'

La vita degli uomini, spesso caratterizzata dall’inquietudine del domani, può condurre a un pessimismo senza riscatto (I Lettura). In realtà, questo avviene per una vita senza Dio e sarà Gesù, a rivelare in verità e pienezza il significato della vita umana. A un uomo che chiede: «Di’ a mio fratello che divida con me l’eredità», Gesù risponde mettendolo in guardia dall’avidità sfrenata di possesso (Vangelo). Quel «Di’» è lo stesso usato da Marta, affinché Gesù inviti la sorella Maria ad aiutarla nei lavori di casa. Di’ a mio fratello, di’ a mia sorella, sono richieste sensate e giuste, ma Gesù va oltre la giustizia umana. Non vuole, infatti, mediare nelle controversie terrene, ma rivelarci il senso vero delle relazioni: con i fratelli, con le cose, con Dio. E non ci insegna il disprezzo dei beni, né l’indifferenza per la generosità di Marta. Tutte queste cose hanno però senso solo se riferite a Dio e, di conseguenza, ai fratelli e alle sorelle che ci vengono dati, perché, dopo l’incarnazione, solo onorando anche il fratello possiamo onorare Dio. Significativo l’invito di Paolo: «Cercate le cose di lassù» (II Lettura). È veramente ricco solo chi sa riconoscere i doni di Dio. 

Una vita non orientata a Dio è vanità! Come cristiani, riconosciamo i veri doni che ci sono dati: la Parola e l’Eucaristia, e ridoniamoli nel servizio generoso ai fratelli. Accumuliamo tesori davanti a Dio.

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La Domenica

FOGLIO SETTIMANALE 24/07 - 31/07

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XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - DOMENICA 24 LUGLIO 2022

PADRE, VENGA IL TUO REGNO!

Un antico racconto giapponese narra di tre bambini che, passeggiando in un bosco, scoprono un cuculo. Il primo dice: «Se non canta, lo ammazzo». «Non essere così brutale – replica il secondo – io lo invito a cantare». Interviene allora il più piccolo: «Io aspetterò semplicemente che canti». Dio è come il cuculo di questo bosco. Non gli si può forzare la mano. Si può solo attendere che la grazia canti in noi, e desiderare che canti. Una storia che, se letta nella sua verità, è veramente istruttiva. Desiderare che la grazia di Dio canti in noi e nella vita dell’umanità significa aprirci alla santificazione del nome del Signore, significa attendere la sua misericordia elevando a Dio una fervente e sincera preghiera, così come ha fatto Abramo di fronte a Dio perché si aprisse al perdono degli abitanti di Sodoma; così come chiede Gesù nella preghiera che consegna come modello con cui rivolgerci al Padre e che – afferma sant’Agostino – è il modello di ogni preghiera. Suscitando la grazia di Dio, noi ci apriamo alla confidenza con lui e su di noi si riversano i doni del suo amore, ottenendoci fiducia, felicità e salvezza.

Gesù ci insegna come e quando pregare, rivolgendoci a Dio e chiamandolo Padre, con fiducia e perseveranza. Chi entra in questa relazione profonda può rivolgersi a Dio come Abramo, e intercedere per il perdono e le necessità di tutta l’umanità.

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FOGLIO SETTIMANALE 17/07 - 24/07

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XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - DOMENICA 17 LUGLIO 2022

BETANIA, IL RIPOSO DI DIO

La vita di Gesù, il Figlio di Dio incarnato, nasce da una duplice accoglienza: quella di Maria, che dice «Sì» al progetto di Dio, e quella di Giuseppe, che accetta di “entrare” in questo progetto. In Gesù, Dio viene per porre la sua tenda fra noi, per farsi pellegrino, ma da molti verrà respinto e rifiutato. Ma l’uomo è creato per essere “in comunione” e accogliente, per questo pochi episodi della Scrittura comunicano la stessa struggente carica d’intimità e di pace di come quando l’uomo si ritrova a ospitare Dio. È il caso di Abramo e Sara con i tre misteriosi personaggi con cui s’intrattengono alle Querce di Mamre (I Lettura), e di Marta e Maria, due sorelle così diverse, ma tanto simili nell’ospitalità verso il pellegrino Gesù nella casa di Betania (Vangelo). Contempliamo oggi Dio che si ferma nella casa dell’uomo in cerca di ristoro. L’ingrata risposta di molti al suo desiderio di salvare gli uomini, fa dei cuori dei piccoli e dei semplici un’oasi di pace in cui Dio ama sostare. Diventassimo anche noi capaci di accoglienza come Maria e Marta, diverse nel “fare” – una ascolta, seduta, il Maestro, l’altra lo serve – ma molto simili nel lasciarsi trasformare da lui! Chi accoglie Dio diventa fecondo e la sua vita è capace di generare nuova vita. 

Come Abramo, anche Marta e Maria accolgono il Signore. Lui ci visita continuamente attraverso la sua parola. Con l’udito attento e il cuore aperto, accogliamo il grande dono dell’Eucaristia e diventiamo veri familiari di Dio.

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FOGLIO SETTIMANALE 10/07 - 17/07

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XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - DOMENICA 10 LUGLIO 2022

FARSI PROSSIMO PER ASSOMIGLIARE A CRISTO

La parola di Dio è molto vicina alla nostra vita, «è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica»: così ci annuncia il Deuteronomio. Gesù, nel Vangelo, ci ricorda che la vicinanza della parola di Dio alla nostra esistenza ci chiama a farci prossimi dei nostri fratelli e sorelle, privilegiando coloro che sono maggiormente nel bisogno. Il culto di Dio non è separabile dalla compassione verso gli altri. È illuminante che nella parabola di Luca i primi due personaggi siano un sacerdote e un le vita. Probabilmente stanno tornando da Gerusalemme, dove hanno reso il loro servizio nel tempio. Il loro culto, tuttavia, è vuoto, perché non si traduce in misericordia. Il samaritano, che invece si è recato a Gerusalemme per altri motivi (il suo tempio è sul monte Garizim), sa vivere un culto autentico perché riconosce Dio nelle ferite dell’uomo di cui ha misericordia. Facendosi a lui prossimo può vedere e accogliere la prossimità di Dio alla sua vita. Egli non separa il tempio dalla strada, Dio dall’uomo, e così accoglie pienamente il mistero pasquale di Gesù, il quale, come scrive san Paolo ai Colossesi, ha riconciliato in sé il cielo e la terra.

Non fermiamoci a chiedere chi è il nostro prossimo, ma facciamoci noi prossimi degli altri, senza alcuna distinzione. Il buon samaritano è immagine di Dio che nel suo Figlio si piega sulla nostra umanità, stanca e ferita per il peccato e per la morte, la risana con il balsamo dell’amore e paga ogni spesa con la propria vita. Oggi è la Domenica del Mare.

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