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FOGLIO SETTIMANALE 14/08 - 21/08

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XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - DOMENICA 14 AGOSTO 2022

ACCONSENTIRE ALL'UMILIAZIONE

Era scandalosa la predicazione di Geremìa! Era arrivato a dire: «Servite il re di Babilonia e vivrete» – cioè accettate di essere sconfitti e vivrete! Perché il profeta aveva capito che Dio chiedeva al suo popolo di acconsentire ad essere messo a nudo e umiliato. E lo proclamava con forza. Fu quindi accusato di scoraggiare il popolo d’Israele e gettato nella cisterna. Acconsentire all‘umiliazione non è quello che il Signore chiede anche oggi alla sua Chiesa? Ed è senz’altro molto doloroso. Ci sembra talvolta di perdere tutto. E come mai il Signore ci fa passare oggi per tale prova? Se non perché finalmente ci convertiamo e ci gettiamo nel fuoco del suo amore, quel fuoco che Gesù è venuto a gettare sulla terra? Quel fuoco, Gesù l’ha acceso in mezzo a noi attraverso il Battesimo della sua morte in croce. Di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, Gesù si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, per onorare ciascuno di noi, per accendere un grande fuoco che trasformasse la storia, per essere roveto ardente di misericordia per tutti noi! Allora la Chiesa, così purificata dalla misericordia divina, sarà roveto ardente per il mondo!

Nel mondo, che sempre mal sopporta i veri valori spirituali, chi vuole seguire Cristo diventa necessariamente segno di divisione. Se spesso ci sentiamo rifiutati, ricordiamo che il primo a pagare, e a caro prezzo, è stato proprio il Cristo.

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FOGLIO SETTIMANALE DAL 07/08 AL 15/08

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XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - DOMENICA 7 AGOSTO 2022

NON TEMERE PICCOLO GREGGE

Al popolo, tentato di dubitare del passaggio del Signore e della liberazione, l’autore del libro della Sapienza invita a comportarsi da «figli santi e giusti, sicuri delle promesse di Dio» (I Lettura). Benché sempre messi alla prova, i credenti – ci ricorda il passo della lettera agli Ebrei – hanno la garanzia di un grande avvocato presso Dio, Gesù Cristo, che ha attraversato i cieli e dischiude il passaggio nel santuario di Dio. Nel cammino verso questa dimora certa noi, discepoli del Signore, non abbiamo alcun timore perché, sebbene piccolo gregge, siamo i depositari del Regno che il Padre prepara a chi gli è fedele. Quel che ci è richiesto è la vigilanza nel cammino, perché la perfezione evangelica non sta nella presunzione d’essere a posto in tutto, quanto nel lavoro costante su noi stessi, con un sano discernimento, per rendere la nostra vita sempre più saggia e conforme a quanto Gesù indica nel Vangelo come via al Padre. Chiediamo allora al Signore di vegliare sempre su di noi e di avere l’anima costantemente in attesa dell’avvento del suo Regno, perché esso non ci colga di sorpresa e impreparati, ma pronti e ben disposti.

La vita cristiana deve essere una vigile attesa. Anche se in certi periodi può sembrare che il padrone, il Signore, non venga, non dobbiamo mai dimenticare che, se la data è incerta, è certo che egli verrà.

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FOGLIO SETTIMANALE 31/07 - 07/08

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XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - DOMENICA 31 LUGLIO 2022

CERCATE LE COSE DI LASSU'

La vita degli uomini, spesso caratterizzata dall’inquietudine del domani, può condurre a un pessimismo senza riscatto (I Lettura). In realtà, questo avviene per una vita senza Dio e sarà Gesù, a rivelare in verità e pienezza il significato della vita umana. A un uomo che chiede: «Di’ a mio fratello che divida con me l’eredità», Gesù risponde mettendolo in guardia dall’avidità sfrenata di possesso (Vangelo). Quel «Di’» è lo stesso usato da Marta, affinché Gesù inviti la sorella Maria ad aiutarla nei lavori di casa. Di’ a mio fratello, di’ a mia sorella, sono richieste sensate e giuste, ma Gesù va oltre la giustizia umana. Non vuole, infatti, mediare nelle controversie terrene, ma rivelarci il senso vero delle relazioni: con i fratelli, con le cose, con Dio. E non ci insegna il disprezzo dei beni, né l’indifferenza per la generosità di Marta. Tutte queste cose hanno però senso solo se riferite a Dio e, di conseguenza, ai fratelli e alle sorelle che ci vengono dati, perché, dopo l’incarnazione, solo onorando anche il fratello possiamo onorare Dio. Significativo l’invito di Paolo: «Cercate le cose di lassù» (II Lettura). È veramente ricco solo chi sa riconoscere i doni di Dio. 

Una vita non orientata a Dio è vanità! Come cristiani, riconosciamo i veri doni che ci sono dati: la Parola e l’Eucaristia, e ridoniamoli nel servizio generoso ai fratelli. Accumuliamo tesori davanti a Dio.

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FOGLIO SETTIMANALE 24/07 - 31/07

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XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - DOMENICA 24 LUGLIO 2022

PADRE, VENGA IL TUO REGNO!

Un antico racconto giapponese narra di tre bambini che, passeggiando in un bosco, scoprono un cuculo. Il primo dice: «Se non canta, lo ammazzo». «Non essere così brutale – replica il secondo – io lo invito a cantare». Interviene allora il più piccolo: «Io aspetterò semplicemente che canti». Dio è come il cuculo di questo bosco. Non gli si può forzare la mano. Si può solo attendere che la grazia canti in noi, e desiderare che canti. Una storia che, se letta nella sua verità, è veramente istruttiva. Desiderare che la grazia di Dio canti in noi e nella vita dell’umanità significa aprirci alla santificazione del nome del Signore, significa attendere la sua misericordia elevando a Dio una fervente e sincera preghiera, così come ha fatto Abramo di fronte a Dio perché si aprisse al perdono degli abitanti di Sodoma; così come chiede Gesù nella preghiera che consegna come modello con cui rivolgerci al Padre e che – afferma sant’Agostino – è il modello di ogni preghiera. Suscitando la grazia di Dio, noi ci apriamo alla confidenza con lui e su di noi si riversano i doni del suo amore, ottenendoci fiducia, felicità e salvezza.

Gesù ci insegna come e quando pregare, rivolgendoci a Dio e chiamandolo Padre, con fiducia e perseveranza. Chi entra in questa relazione profonda può rivolgersi a Dio come Abramo, e intercedere per il perdono e le necessità di tutta l’umanità.

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