L'ORATORIO DI PAVIA DI UDINE NASCE L'8 DICEMBRE 1989 DA UN PICCOLO SEME CHE PORTAVA CON SE' LA PASSIONE PER L'EDUCAZIONE. E' CRESCIUTO COME UNA RETE DI RELAZIONI CHE SI E' ALLARGATA OLTRE IL CONFINE DEI SUOI MURI. L'ORATORIO E' UNA COMUNITÀ APERTA DI GIOVANI, ADULTI, BAMBINI, FAMIGLIE, RELIGIOSE, LAICI, PARROCCHIANI, ...

Programmare il doposcuola: settimane di passione salesiana!

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Lo scorso 13 settembre le porte delle scuole si sono aperte per la maggioranza degli studenti del Friuli Venezia-Giulia, e con esse anche quelle del nostro Oratorio Don Bosco.

Una lunga colonna di zaini colorati, accompagnati da un vociare allegro, ha ripreso ad animare i nostri spazi, ma da qualche settimana c’era già un lavorio in atto per programmare l’anno del dopo-scuola oratoriano.

La nostra équipe educativa, cuore pulsante dei servizi educativi, ha cominciato a riunirsi i primi giorni di settembre: suore, educatori e collaboratori attorno ad un tavolo tra chi è partito per altri servizi, chi è rimasto e chi è arrivato o ritornato tra noi. Solitamente si parte con la curiosità del toto-nomi: riconferme e nuovi incarichi intervallati da dolci merende portare a rotazione dai membri dell’équipe. Attorno a quel tavolo, è il momento di conoscere nuovi colleghi, volontari, ragazzi del servizio civile e borse lavoro, che ci daranno una grande mano nell’anno che viene; è il momento per organizzare le forze tra i vari servizi educativi offerti, di conoscere con emozione i nomi dei ragazzi e ragazze con cui si starà assieme.

La parte più importante e corposa è, però, meno organizzativa e più di pensiero: quella del tema pastorale. Oltre al ripasso della pedagogia salesiana nello stare con i ragazzi, ci siamo dedicati alla proposta educativa-pastorale per i giovani promossa dal Movimento Giovanile Salesiano italiano.

Nel 2024 ricorrerà il bicentenario del “sogno dei nove anni” di Don Bosco, un evento biografico divenuto ispiratore e cardine della pedagogia salesiana, e così, dopo tre anni di avvicinamento, quest’anno viene proposto il tema centrale del sogno, del saper sognare, di una “segnaletica” per tornare a sognare, con la consapevolezza che “Tu (Dio) vedi più lontano di me”.

Come ebbe a dire Papa Francesco in tanti suoi interventi “i sogni sono importanti, tengono il nostro sguardo largo, ci aiutano ad abbracciare l’orizzonte, a coltivare la speranza in ogni azione quotidiana. E i sogni dei giovani sono i più importanti di tutti. Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato; non potrà capire la vita, la forza della vita”.

Come facciamo spesso, per capire e poi trasmettere certi temi partiamo da noi stessi, come uomini e donne impegnati nella crescita di bambini e ragazzi: ci siamo chiesti e ricordati quali sono i nostri sogni, da dove vengono e quali potrebbero essere quelli dei ragazzi che vediamo tutti i giorni. Ancor di più: come accogliamo i sogni dei ragazzi? Ci ricordiamo che è difficile ascoltare senza giudicare o dare consigli non richiesti? Che l’importante è far loro sapere che siamo sempre al loro fianco, e non se approviamo o meno il loro sogno? Come si accompagnano i nostri ragazzi nel loro discernimento vocazionale di vita per rispondere alla domanda “cosa sarò da grande”?

Aiutati da un testo, abbiamo strutturato l’anno in base a tre fasi in relazione ai sogni: le precondizioni per sognare, il discernimento dei sogni e la responsabilità nelle loro scelte.

Siamo convinti che il tema del saper sognare sia di grande importanza per le giovani generazioni, e facciamo nostre ancora una volta le parole del Papa, quando ci invita a non accontentarci di un sogno da divano, di sogni della comodità, di sogni al ribasso: la Bibbia ci dice che i sogni grandi sono quelli capaci di fecondità, di donare gioia e pace; sono sogni che si rivolgono al noi ed hanno bisogno di una fonte inesauribile di speranza, di un Infinito che soffia dentro di noi per essere alimentati e fatti crescere nella realtà che a volte è tutt’altro che accomodante.

Ecco, quindi, la scelta di iniziare l’anno pastorale con attività sulla postura dei sognatori, come l’ascolto e l’attenzione, l’apertura alla vita e a Dio, la resilienza, intesa come la capacità di affrontare il fallimento e la sconfitta sapendo che non si tratta dell’ultima parola.

La parte centrale dell’anno ci vedrà invece impegnati nel discernimento, nel riconoscere la fonte dei miei sogni, a chiedere i doni per il discernimento, a chiedermi se ciò che sogno è davvero conforme a Dio e al bene del prossimo. Siamo convinti che Dio vede più lontano di noi?

Nella parte finale, infine, ci soffermeremo su come portare avanti i nostri sogni, su come farli crescere nel nostro impegno, all’interno di una famiglia umana e salesiana e nella fiducia in Dio.

Confidando nella forza e nel sostegno dello Spirito, auguriamo a tutti un buon inizio anno.

Buoni sogni a tutti!

Francesco Pertoldi