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FOGLIO SETTIMANALE 18/02 - 25/02

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I DOMENICA DI QUARESIMA / B - DOMENICA 18 FEBBRAIO 2024

NEL DESERTO, UN'ALLEANZA DI PACE

Il deserto è luogo di aridità e solitudine dove emerge dall’abisso del cuore la realtà che lo abita. Sospinto (letteralmente: «scacciato») dallo Spirito nel deserto, Gesù sperimenta nella sua umanità l’azione tentatrice di Satana; ma proprio qui Dio intesse con le pieghe più profonde dell’umano un patto di eterna amicizia.

Al racconto scarno del Vangelo di Marco fa da sfondo la “colonna sonora” di una silenziosa vittoria: in Cristo tentato che «stava con le bestie selvatiche», servito dagli angeli, è ristabilita l’armonia cosmica distrutta dal peccato del primo uomo nel giardino delle origini. L’umanità è riconciliata con Dio.

Cristo, infatti, è l’arcobaleno posto tra il cielo e la nostra terra (I Lettura). Le acque del diluvio simboleggiano quelle del battesimo (II Lettura), l’esperienza pasquale primordiale della nostra vita, dove siamo stati incorporati a Cristo che ha redento tutto di noi, senza scartare nulla. Questa alleanza ci rende capaci di convertirci all’amore e credere nella forza trasformante del Vangelo, perché ogni deserto diventi giardino.

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. 

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FOGLIO SETTIMANALE 11/02 - 18/02

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VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B - DOMENICA 11 FEBBRAIO 2023

SANATI E "RICONSEGNATI" ALLA VITA

L’atteggiamento più immediato di fronte a una situazione problematica è quello di volerne isolare l’autore, emarginandolo dalla nostra vita e relazioni; è più facile allontanare il problema, fingere di sbarazzarcene piuttosto che affrontarlo e risolverlo.

Così accadeva nei confronti di chi era colpito dalla lebbra, male infettivo e spesso incurabile: la sua sorte era l’isolamento, l’abbandono, l’emarginazione sociale. Esprimendo la sua volontà di sanare un lebbroso, Gesù insegna che per Dio nessuno è maledetto, o incapace di sane relazioni sociali. Manifestando la misericordia del Padre, egli rende estremamente limpida la comprensione di un Dio che non grida allo scandalo, come siamo soliti fare noi di fronte a tutto ciò che non riusciamo a incasellare nei nostri schemi mentali.

Rivelando Gesù questa vicinanza di Dio, le sue parole non offrono solo una placida compassione disinteressata ma danno forza e coraggio: «Lo voglio, sii purificato!». Nello stesso tempo, però, Gesù ci invita a non inorgoglirci per essere stati oggetto di attenzione divina, ma ci chiede di tornare alla nostra vita con rinnovata serenità e con equilibrata disponibilità a operare il bene.

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio.

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FOGLIO SETTIMANALE 04/02 - 11/02

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V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B - DOMENICA 4 FEBBRAIO 2023

IL SIGNORE RISANA I CUORI AFFRANTI

A Giobbe bastano poche pennellate per descrivere il suo stato d’animo (I Lettura). La notte del dolore è cupa e tribolata, intessuta di illusioni e affanni; il filo della speranza è esaurito. Egli dovrà inchinarsi al mistero di Dio. La grandezza dell’Onnipotente lo stupirà e capirà che non la stoltezza delle parole ma il silenzio adorante s’addice al suo cospetto.

A Cafarnao Gesù incontra l’umanità sofferente (Vangelo). Per i piagati nel corpo e nello spirito egli è consolazione e speranza. Li accosta con il suo stile inconfondibile, come fa con la suocera di Simon Pietro: prende su di sé il suo dolore e la risana. «Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori», dice il Profeta (Is 53,4). Gesù non spiega la sofferenza, ma la riempie della sua presenza.

Nella preghiera del mattino, fatta in solitudine, egli ripercorre l’intensa giornata vissuta fra la gente all’uscita della sinagoga; rivede i volti, ripensa alle domande e alle angosce. Nell’intimità si dichiara al Padre, poi s’incammina verso un “altrove” che attende di essere evangelizzato. San Paolo, sull’esempio del Maestro, ne ricaverà l’urgenza di “farsi tutto per tutti” (II Lettura).

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio.

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FOGLIO SETTIMANALE 28/01/ - 04/02

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IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B - DOMENICA 28 GENNAIO 2024

LE RICCHEZZE DELLA PAROLA

Gesù è un maestro singolare, diverso dagli scribi (Vangelo). Il suo insegnamento stupisce chi l’ascolta: non è statico e freddo, ma dà freschezza e nuova vita alle cose di Dio; non impone, ma propone. La sua parola tocca nel profondo, apre orizzonti di vita, inquieta, sveglia la mente e scalda il cuore, fa crescere dentro e responsabilizza.

La gente osa dire che egli insegna con autorità: nessuna dissociazione in lui tra la parola e la vita. Gesù incarna le caratteristiche del profeta ideale preannunciato da Mosè (I Lettura). Ben se n’avvede il Maligno allorché le sue parole astutamente lusinghiere cadono nel vuoto davanti alla parola salvifica di quel profeta di Dio tra la gente. «Il Signore ha colorato la sua parola di bellezze svariate, perché coloro che la scrutano possano contemplare ciò che preferiscono.

Ha nascosto nella sua parola tutti i tesori, perché ciascuno di noi trovi una ricchezza in ciò che contempla», riflette sant’Efrem. Ne sia consapevole l’assemblea liturgica, quando si pone in ascolto della Parola. Questa è per tutti e per te; edifica la comunità e chiede la tua disponibilità; fissa il cuore in Dio qualunque sia lo stato di vita (II Lettura).

Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. 

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